Un libro appena uscito dell’insegnante precario Alex Corlazzoli dal titolo Riprendiamoci la scuola.
“Nella vita non avevo previsto di fare l’insegnante”. Comincia così il “diario” di Alex Corlazzoli, maestro di campagna e giornalista.
“Ho scritto questo libro per raccontare la mia scuola, la scuola pubblica, dal mio punto di vista di insegnante precario, giornalista e cittadino”. Mentre attende -come ogni anno- una nuova cattedra, Corlazzoli racconta, con sconfinata passione, come resistere al degrado quotidiano e riappropriarci della “nostra” scuola.
Questo libro raccoglie -a partire dall’esperienza personale del maestro Alex- dati e numeri, aneddoti e racconti di varia umanità e didattica: le storie delle scuole che “resistono” dalla Lombardia a Palermo, le domande ingenue ma attualissime come: “Maestro, perché dobbiamo fare il test degli Invalidi?”. Ma soprattutto descrive gli strumenti con i quali gli insegnanti e i genitori che non si arrendono possono provare a riappropriarsi della scuola: dagli organi collegiali, alle associazioni di base e familiari come ReteScuole, fino alla class action. Con una rara intervista al Maestro Mario Lodi, autore -con i ragazzi della scuola di Vho di Piadena- di Cipì. E un testo “profetico” di Piero Calamandrei. Così Alex Corlazzoli chiude ogni giugno il suo anno scolastico: “Ragazzi, ora che la scuola è finita posso dirvi che spero di essere riuscito a fare lezione facendovi divertire. Vi chiedo scusa se ho sbagliato con qualcuno di voi, ma ogni persona è diversa dall’altra. Anche il maestro ha il suo carattere. Quando sarete grandi non ricorderete gli assiri e i babilonesi, ma non dimenticate mai quattro regole. Uno. Rompete sempre le scatole. Due. Non state zitti di fronte alle ingiustizie. Tre. Non siate mai indifferenti. Se passate di fronte a un uomo che chiede la carità, chiedetevi perché è lì? Quattro. Viaggiate”.
“Leggo il giornale insieme ai bambini per fagli capire le cose a partire dall’attualità. In gita li porto a visitare i luoghi delle istituzioni, come ad esempio il Parlamento a Roma. Gli insegno a usare Internet: dalle mail alla costruzione di un blog. E poi un po’ di educazione civica: una mia classe ha simulato un consiglio comunale all’interno del comune di Lodi”.
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