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LA SCUOLA SERVE DAVVERO A SOCIALIZZARE?

 

Ecco come si presenta Erika, un’insegnante di 30 anni che abita tra Milano e Pavia, amministratrice del sito Controscuola, attiva nell’homeschooling.

 

“Divisa tra l’Italia e gli Stati Uniti per la sua doppia cittadinanza è cresciuta in un ambiente multilingue, ha viaggiato per l’Europa e dopo essersi laureata ha deciso di intraprendere la carriera di mamma full-time.

Thomas 5, Olivia 3 e Nicholas 1, bilingue dalla nascita, hanno spinto Erika a riflettere su quale sia il modo migliore per educare i propri figli difendendo la loro libertà di scelta e alimentando la loro sempre maggiore autonomia. Lei e suo marito non credono che la scuola allo stato attuale possa dare ai loro bambini l’opportunità di imparare e sperimentare fino in fondo ciò che è veramente importante nella vita”.

E questo è un suo articolo riguardante una delle domande più frequanti per chi crede nell’homeschooling: “Come faranno a socializzare i vostri figli”?

Facciamo un passo indietro e parliamo della differenza che esiste tra socializzare, cioè sviluppare rapporti interpersonali adeguandosi alle regole della vita in società, e avere una vita sociale, cioè incontrarsi con degli amici, uscire, ecc. Ogni famiglia insegna ai propri figli come comportarsi in determinate situazioni, i genitori sono l’esempio che i bambini seguono per imparare per esempio che in chiesa non si urla, che è educazione salutare o che correre nudi in mezzo alla strada non va bene. Un bambino come un adulto può essere “socializzato”, ma non avere amici. La vita sociale è un’altra cosa, qui si parla di avere rapporti interpersonali con il fine di condividere esperienze, emozioni, stendere le basi di un’amicizia.

“Come faranno i tuoi figli ad inserirsi nella società, senza aver preso parte alla socializzazione scolastica?”.
In effetti la socializzazione dei ragazzi che fanno scuola a casa è molto diversa da quella di coloro che passano la maggior parte del loro tempo a scuola o a fare i compiti. Gli homeschoolers passano le loro giornate aiutando in casa, sbrigando delle commissioni, facendo gite d’istruzione, andando a trovare altri familiari o amici, aiutando le persone del vicinato, facendo volontariato, facendo sport di gruppo, ecc… Mentre i loro compagni scolari socializzano in un ambiente controllato, chiusi in un edificio con altri della loro stessa età, i bambini educati a casa vengono in contatto con la società, con il mondo, e interagiscono con essa in prima persona. Un homeschooler interagisce con persone di tutte le età, tipico è vedere bambini di età completamente diverse giocare insieme. Mentre i compagni scolari maschi imitano i Power Ranger e le femmine ammiccano come le Winx, gli homeschoolers non seguono ruoli prestabiliti e giocano liberamente senza il timore di essere derisi o giudicati per ciò che fanno. Essi sperimentano, coltivando la fiducia e la stima in loro stessi e nelle loro capacità senza essere continuamente valutati ed etichettati. Questo significa che non sapranno inserirsi nella società? Ma come? Essi sono già parte della società, non si stanno preparando per essere inseriti (manco fossero bulloni), essi sono una parte assolutamente attiva della vita della loro comunità.

Se prendete un dizionario e cercate la parola scuola, ecco cosa troverete: “istituzione finalizzata, attraverso un insegnamento metodico e collettivo, all’apprendimento dei fondamenti dell’istruzione e dell’educazione relativi alla cultura di appartenenza”. Si parla di socializzazione? No.
Eppure pare che la scuola sia l’unico mezzo che abbiano i bambini per socializzare.
Sento le mamme di bambini di un anno che, preoccupate della socializzazione dei loro bébé, credono di doverli mandare al nido per renderli più aperti! Conosco ragazzi che vanno a scuola regolarmente, ma che hanno una vita sociale pari a zero. Vanno a scuola perché obbligati e nel pomeriggio stanno a casa senza vedere nessuno davanti alla TV, voi come li definireste? Vedo bambini che non hanno la più pallida idea di cosa sia l’educazione e di come ci si comporti in situazioni pubbliche, eppure sono andati prima all’asilo nido, poi alla scuola d’infanzia ed infine alla primaria. Dovrebbero saper stare in società, no? No, non lo sanno, proprio perché la scuola non sempre è un luogo di socializzazione o quantomeno non è “il luogo di socializzazione per eccellenza”.

http://www.controscuola.it/

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