A distanza di più di due anni ho deciso di riprendere in mano le linee guida della legge 170 perchè mi sono resa conto che la scuola le conosce poco o non le conosce per niente. Fondamentale è quello che viene scritto all'inizio, al punto numero 2: OSSERVAZIONE IN CLASSE.
Dopo l'articolo che ho scritto giorni fa a proposito della mia indignazione per quello che era accaduto in una scuola della mia città, ho ricevuto tanti commenti e messaggi su Facebook, purtroppo unicamente di mamme che si sfogavano delle loro vicende personali, molto simili a quelle da me raccontate.
Ciononostante bisogna che l'atteggiamento di fondo, nei confronti della scuola, rimanga positivo, altrimenti non si andrà da nessuna parte. Ognuno deve prendersi le sue responsabilità e non scaricarle sugli altri.
Ed è con questo spirito che concludo le mie riflessioni sulle Linee Guida relative alla legge 170, riportando il brano riguardante La dimensione relazionale, con chiari riferimenti alle misure dispensative e compensative.
Dopo aver letto questo post scritto da mamma Catia nel suo blog La scuola di Matilde, ho visto che a distanza di tempo diverse mamme hanno replicato sull'argomento Metodi compensativi e dispensativi.
Sono d'accordo con loro che al bambino dislessico va data l'oportunità di imparare nei modi e con le strategie a lui (o lei) più congeniali, che compensare e/o dispensare non va fatto in modo uniforme, ma personalizzando sempre il percorso didattico a lui (o lei) dedicato.
Negare, quindi, che un bambino dislessico possa aver bisogno dei metodi compensativi e dispensativi significa negare il problema, ed è grave se ciò avviene da parte della scuola. Se avviene da parte della famiglia significa, allora, che va aiutata a capire e ad accettare le diffirenze e le caratteristiche proprie dell'apprendimento di un bambino dislessico.
Tali metodi, per chi non lo sa ancora, sono sanciti anche dalle Linee Guida della Legge 170, così come vi riporto in seguito.
Le 30 pagine delle Linee Guida sulla Legge 170 sono ricche di suggerimenti che potrebbero sembrare scontati ma che, a mio avviso, non lo sono affatto. Per esempio l'argomento "metodo di insegnamento" è sempre molto attuale. Vi riporto alcune parti:
Eccoci arrivati alla Famiglia nelle Linee Guida della legge 170. Che ruolo ha? Da quanto si legge, anche la famiglia viene posta in primo piano, come è giusto che sia. E' da auspicare che queste semplici direttive spronino la scuola e la famiglia al confronto e al dialogo, per il bene dei ragazzi dislessici!
Nelle Linee Guida della legge 170 viene dedicato un paragrafo all'Area del calcolo dove si legge:
Riguardo alle difficoltà di apprendimento del calcolo e al loro superamento, non è raro imbattersi in studenti che sono distanti dal livello di conoscenze atteso e che presentano un’ impotenza appresa, cioè un vero e proprio blocco ad apprendere sia in senso cognitivo che motivazionale.
Sebbene la ricerca non abbia ancora raggiunto dei risultati consolidati sulle strategie di potenziamento dell’abilità di calcolo, si ritengono utili i seguenti principi guida:
L'Istituto Superiore di Sanità ha elaborato il documento “Il trattamento dello spettro autistico nel bambino e nell'adolescente” che si sviluppa all'interno del primo programma strategico “Un approccio epidemiologico ai disturbi dello spettro autistico”. Si tratta delle prime linee guida pubblicate dall'ISS, rivolte a medici e famiglie di disabili.
Ritorno ancora a parlare di Linee Guida pubblicate dal MIUR riguardanti gli alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento. Purtroppo mi sto rendendo conto, nella mia pratica quotidiana come logopedista che lavora in un ente pubblico e che si occupa di valutazione, che spesso il mondo della scuola, dopo la legge 170, ha eretto un muro ancora più alto per difendersi. Ma da cosa? Dalla paura del diverso, dall'ignoranza? Stanno accadendo le cose più strane e assurde: la richiesta continua da parte delle scuole (medie e superiori) di diagnosi aggiornate (anche prima dei 3 anni previsti dalla legge), come se il disturbo dovesse scomparire magicamente o variare in tempi brevi. La richiesta di "sapere cosa fare" fatta ai genitori i quali, poverini, non sanno cosa rispondere. Senza scordare gli atteggiamenti di negazione del problema attraverso i quali gli insegnanti vanno avanti per la loro strada oppure si "rassegnano" ad avere un dislessico in classe, così come successo nella mia città, con gravi conseguenze per il benessere psicologico dei ragazzi. E' questo quello che volevamo dalla legge 170?
C'è ancora tanto da fare....
Per questo continuo nella mia azione di evidenziare le parti più significative delle Linee Guida.
Come promesso qui, continuo a riportare dei brani tratti dalle Linee Guida della Legge 170 sulla dislessia, dove si parla di didattica individualizzata e didattica personalizzata.
Oggi vorrei cominciare a proporre una serie di articoli riportanti vari stralci tratti dalle Linee Guida stabilite dal Decreto attuativo della legge 170 sulla dislessia.
Parto dal mettere in evidenza il capitolo 4 paragrafo 4 sulla Didattica per le lingue straniere:
In Italia, alcune decine di anni fa (forse una trentina), è stato introdotto il metodo globale come alternativa al metodo fono-sillabico per l’insegnamento della lettura. Il metodo globale non si basa sulla decodifica del grafema e sul collegamento tra grafema e fonema, ma sul riconoscimento visivo globale delle parole intere.
Si presentano, quindi, direttamente parole…